Quando guardiamo un libro rilegato a mano, vediamo solo il risultato finale ma dietro ogni libro, oltre alle mani esperte del legatore, ci sono anche strumenti che raccontano una lunga storia di artigianalità. Alcuni di questi sono moderni, altri hanno alle spalle decenni, a volte secoli, di utilizzo.
In questo articolo vi racconto quali sono gli attrezzi che utilizzo più spesso nel mio mestiere.
Gli strumenti di base:
La pieghetta d’osso
Il nome deriva dal materiale con cui veniva realizzata in origine: l’osso animale, scelto perché duro, resistente e facilmente levigabile fino a ottenere superfici lisce che non rovinano la carta. Oggi se ne trovano anche in teflon o in plastica, la funzione non cambia: la pieghetta è uno strumento semplice ma indispensabile per piegare la carta (e persino “tagliarla”), oltre che a stendere e modellare carta, tela o pelle durante le fasi di incollaggio.
Il punteruolo
Uno strumento fondamentale per praticare i fori necessari alla cucitura dei fascicoli.
Alcuni rilegatori utilizzano un metodo alternativo che consiste nell’incidere il dorso con piccoli tagli usando un seghetto e fissando il blocco libro in una morsa. Personalmente preferisco utilizzare il punteruolo.
Taglierino e tappetino da taglio
Strumenti indispensabili per tagliare carta e cartoncino in modo pulito, senza danneggiare il piano di lavoro.
Righello, ago e filo
Il righello è essenziale per prendere misure precise e come guida quando si taglia con il taglierino. Ago e filo, invece, sono necessari perché i libri rilegati artigianalmente vengono generalmente cuciti a mano, con punti che variano a seconda della tecnica utilizzata.
La colla
Generalmente si utilizza colla vinilica, spesso diluita in base al tipo di incollaggio ma esistono altre varianti e miscele. In particolare per lavori delicati o che richiedono reversibilità, viene impiegata la colla d’amido. La scelta della colla dipende dal tipo di rilegatura e dai materiali utilizzati.
Questi strumenti di base sono semplici, facilmente reperibili e costituiscono il punto di partenza per chiunque voglia avvicinarsi alla legatoria ma il lavoro di un rilegatore richiede anche attrezzature più specifiche.
Gli strumenti da laboratorio
La tagliacartoni
Una grande ghigliottina con ampio piano d’appoggio, che semplifica il taglio dei cartoni di grande formato, usati per realizzare le copertine.
Il telaio
Non sempre indispensabile, ma utilissimo per facilitare la cucitura del blocco libro. Diventa essenziale per la cosiddetta “cucitura su nervi”: una tecnica in cui i fili vengono avvolti attorno a strisce di pelle, canapa o pergamena, conferendo al libro maggiore resistenza e carattere.
Il torchietto
Un attrezzo versatile, utilizzato per la cucitura dei capitelli, per alcuni tipi di rilegatura in pelle e per la decorazione del dorso o del taglio.
La pressa per legatoria
Serve principalmente per l’incassatura, ovvero per incollare le pagine tra il libro e la copertina (queste pagine vengono chiamate carte di guardia). È utile anche in altre fasi che richiedono pressione uniforme. Ne esistono di diverse misure e tipologie ma nella maggior parte dei casi sono realizzate in ghisa. Quelle maggiormente utilizzate sono la pressa manuale (generalmente più piccola) e la pressa a colpo (decisamente più grande e molto pesante).
Il compositoio per le impressioni a caldo
È uno degli strumenti che amo di più, anche se oggi è un attrezzo poco usato. Serve per imprimere lettere e numeri a caldo e viene utilizzato soprattutto sulla pelle. (Di questo ne parlo più approfonditamente in un altro articolo dedicato.)
Questi sono alcuni dei principali strumenti che utilizzo per rilegare un libro a mano. Ognuno di essi, dal più semplice al più complesso, contribuisce a dare forma e personalità al libro, trasformandolo da un insieme di pagine in qualcosa che racconta il tempo, le mani e le scelte di chi lo ha creato.